III – LIMPERATRICE

DIMENSIONI
420×297 mm

TECNICA
Tecnica mista su carta

ANNO
2018

III – L’IMPERATRICE – GHIMEL
L’Imperatrice è l’idea creativa, è l’ispirazione, è l’Arte. Il tre è il simbolo della Trinità, della Natura che Crea dall’incontro tra il maschile e il femminile, è la nascita e l’azione del parto, come un bambino che nasce dall’incontro tra il padre e la madre. Ha la funzione di comunicare.
Cosa m’impedisce di comunicare? cosa devo comunicare? Cosa mi impedisce di essere indipendente? Riesco a canalizzare la mia creatività? Che cosa m’impedisce di esprimere la mia sessualità?

Simone Loi, naturopata e tarologo

II – LA·PAPESSE

DIMENSIONI
420×297 mm

TECNICA
Tecnica mista su carta

ANNO
2018

II – LA PAPESSA – BETH
È la Grande Sacerdotessa, la carta della Saggezza, della Conoscenza e del sapere tantrico. È la Papessa che detiene le chiavi della conoscenza, che permette all’iniziato di cominciare il suo percorso verso la conoscenza. La Papessa diventa la prima manifestazione femminile dell’Anima lungo il percorso dei Tarocchi.
Che rapporto hai con tua madre? Come vivi la sessualità? che cosa m’impedisce di donare? che cosa m’impedisce di eliminare? cosa sto trattenendo? cosa m’impedisce di sentire le mie emozioni? che cosa devo trasmettere? Cosa sto covando? Cosa devo trasmettere?

Simone Loi, naturopata e tarologo

I – LE·BATELEUR

DIMENSIONI
420×297 mm

TECNICA
Tecnica mista su carta

ANNO
2018

collezione privata Atelier Montez

I – IL BAGATTO – ALEPH
Il Bagatto è il Piccolo Creatore di Mondi. Nell’Unità che rappresenta, in questa Matrice, sono contenute tutte le Idee, le Possibilità, Tutto il Divenire è lì pronto a manifestarsi. È l’iniziato. Il Bagatto rappresenta il nostro Bambino Interiore, ci fa riflettere sulla nostra domanda infinita.
Come sta il mio Bambino Interiore? Qual è la mia domanda infinita? Che cosa non inizio? Quali sono le mie potenzialità? In che cosa mi sento bloccato?

Simone Loi, naturopata e tarologo

22

Il personale adattamento degli arcani maggiori da parte di K è il risultato di una lunga riflessione sulla loro simbologia e su ciò che insegnano.

Nell’elaborare questa ricerca, l’artista si avvale dello studio di maestri del calibro di Alejandro Jodorowsy e Aleister Crowley e inoltre della consulenza di Simone Loi, naturopata e tarologo. Lo stesso Loi ha contribuito attivamente al catalogo della mostra citando alcuni passi dalla sua tesi sull’argomento.

I 22 Trionfi, detti anche Arcani Maggiori, hanno da sempre affascinato gli artisti, alcuni dei quali si sono cimentati in una personale revisione del modello originale; si pensi ai Tarocchi del Mantegna, ai mazzi di Salvador Dalì, Enrico Baj e i Tarocchi di Dario Fo, dipinti dal figlio Jacopo.

Ne “Il castello dei destini incrociati”, Italo Calvino dona ai suoi personaggi, affetti da insanabile mutismo, la possibilità di raccontare le loro avventure per mezzo dei Tarocchi disposti sul tavolo. Kaey sembra accogliere l’invito dell’autore, raccogliendo il mazzo originario e invitandoci a ripercorrere la via dei Tarocchi attraverso un intrigante repertorio figurativo di forte valore simbolico, dando forma ad un percorso evolutivo di crescita personale, mentale e spirituale.

Ogni Arcano è una tappa del percorso, un’entità con un preciso carattere. Partendo dall’iconografia classica del mazzo originario, Kaey ci trasporta in un universo di umanoidi, macchine e colori – che richiamano senz’altro la scuola americana New Age di Ralph Steadman e le sperimentazioni di Dave McKean – in cui ciascuna figura si rapporta ad una specifica fase della crescita di un individuo, donando così agli Arcani una chiave di lettura estremamente umana. Nel ciclo ritroviamo infatti un feto, che diviene neonato e che affronta poi figure paterne e materne, per giungere infine all’incontro con la società all’esterno del nucleo familiare, acquisendo una sempre maggiore consapevolezza di sé, man a mano che si inoltra nel viaggio.

La ricerca di Kaey è attuale e moderna. Al tempo stesso, la scelta del modello degli Arcani, cristallizza la sua opera in un’epoca senza tempo, nella quale elementi del passato si mescolano a suggestioni e costruzioni futuristiche, dando vita ad un linguaggio imperituro che trova la sua massima espressione nella scelta di una tematica universale.

cit. Marcella Magaletti, curatrice della mostra “22”

LINK UTILI
Micro Arti Visive
Evento Facebook
Roma Art Week