22

Il personale adattamento degli arcani maggiori da parte di K è il risultato di una lunga riflessione sulla loro simbologia e su ciò che insegnano.

Nell’elaborare questa ricerca, l’artista si avvale dello studio di maestri del calibro di Alejandro Jodorowsy e Aleister Crowley e inoltre della consulenza di Simone Loi, naturopata e tarologo. Lo stesso Loi ha contribuito attivamente al catalogo della mostra citando alcuni passi dalla sua tesi sull’argomento.

I 22 Trionfi, detti anche Arcani Maggiori, hanno da sempre affascinato gli artisti, alcuni dei quali si sono cimentati in una personale revisione del modello originale; si pensi ai Tarocchi del Mantegna, ai mazzi di Salvador Dalì, Enrico Baj e i Tarocchi di Dario Fo, dipinti dal figlio Jacopo.

Ne “Il castello dei destini incrociati”, Italo Calvino dona ai suoi personaggi, affetti da insanabile mutismo, la possibilità di raccontare le loro avventure per mezzo dei Tarocchi disposti sul tavolo. Kaey sembra accogliere l’invito dell’autore, raccogliendo il mazzo originario e invitandoci a ripercorrere la via dei Tarocchi attraverso un intrigante repertorio figurativo di forte valore simbolico, dando forma ad un percorso evolutivo di crescita personale, mentale e spirituale.

Ogni Arcano è una tappa del percorso, un’entità con un preciso carattere. Partendo dall’iconografia classica del mazzo originario, Kaey ci trasporta in un universo di umanoidi, macchine e colori – che richiamano senz’altro la scuola americana New Age di Ralph Steadman e le sperimentazioni di Dave McKean – in cui ciascuna figura si rapporta ad una specifica fase della crescita di un individuo, donando così agli Arcani una chiave di lettura estremamente umana. Nel ciclo ritroviamo infatti un feto, che diviene neonato e che affronta poi figure paterne e materne, per giungere infine all’incontro con la società all’esterno del nucleo familiare, acquisendo una sempre maggiore consapevolezza di sé, man a mano che si inoltra nel viaggio.

La ricerca di Kaey è attuale e moderna. Al tempo stesso, la scelta del modello degli Arcani, cristallizza la sua opera in un’epoca senza tempo, nella quale elementi del passato si mescolano a suggestioni e costruzioni futuristiche, dando vita ad un linguaggio imperituro che trova la sua massima espressione nella scelta di una tematica universale.

cit. Marcella Magaletti, curatrice della mostra “22”

LINK UTILI
Micro Arti Visive
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Roma Art Week

Persephone

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Persephone ha origine dalla personale omonima di K e progredisce in forma multimediale tra arti visive, performative e video.

Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con la compagnia teatrale/performativa NiDuo di Francesca Zavattaro e Antonio Cicerone, al supporto della troupe di The Hieronymus Case (in particolare Luca Gasperoni, Simone Rosati e Marie Angela Tuala Paku in veste di regista) e la partecipazione della performer Manuela Cirfera.

Nella video performance si narra del ratto di Persefone, estrapolando il valore del mito e il suo messaggio di rinascita, crescita e potenza degli equilibri.

I primi due atti mostrano mostrato il rapimento e il soggiorno nell’Ade, in cui Kore, figlia della dea Demetra, affronta la metamorfosi e acquisisce il potere della consapevolezza, fino ad innalzarsi a regina degli Inferi: Persefone.

Il terzo atto invita alla lieta celebrazione della figlia che si ricongiunge alla Dea Madre , il risveglio della Natura, sabba a compimento dell’equilibro e del ciclo dell’esistenza.

La prospettiva adottata da K e dal suo gruppo di lavoro è tesa ad attualizzarsi in un messaggio ecologista, oltre a mostrare un livello di interazione più viscerale tra i personaggi della vicenda. Qui è la Kore a scegliere il suo destino, non più vittima degli eventi e delle decisioni degli altri déi.

ATTO I

ATTO II

 

 

 

Kaey.Progetti.Persephone.invito

Pandemonium

Pandemonium (Pagina #)

Pandemonium è parte di un ciclo narrativo sviluppato in forma di graphic-novel. La storia è inedita e andrà a fare da raccordo per vicende più ampie.

Ogni tavola è resa come splash page, cioè come unica inquadratura, e rappresenta anche un esempio di illustrazione sperimentale. Il progetto tenta di rendere in ogni pagina una tela dipinta: un viaggio di accrescimento del protagonista che ha come sfondo le ambientazioni orrorifiche del subconscio umano e dei suoi vizi.

La tecnica utilizzata prevede acquerelli, olio, inchiostro, grafite, collage, digital art e altro.

Il progetto è in corso di lavorazione.