Risurrezione (feat. Gio Montez)

 

DIMENSIONI

700x2000x1000 mm (circa)

TECNICA

Tecnica mista, tessuto e resina poliestere.

ANNO

2023

DESCRIZIONE
Scultura prodotta in collaborazione con Gio Montez in occasione della mostra personale di quest’ultimo presso il Museo di Arte Contemporanea San Rocco, a Trapani. L’opera raffigura la sindone svuotata dall’essenza del Cristo durante uno dei Misteri della vita di Gesù.

I wanted Ares bleeding

DIMENSIONI

Ares: 200x600x300 mm

Dripping: 200x200x20 mm

TECNICA

Tecnica mista, maschera di Ares, bende, legno, plexiglass.

ANNO

2023

DESCRIZIONE
 

Machera artigianale del dio ellenico della guerra, bendata e segnata dalla conta delle sue vittime.

Danneggiata per simulare il suo decesso a causa di un proiettile, dal cui foro si è lasciato stillare del

pigmento color sangue, perché colasse sul secondo modulo.

Pittura e illustrazione

No gods anymore – Serie di 5 dipinti adulterati a seguito dell’omonima performance.

22 – Rivisitazione degli Arcani Maggiori dei Tarocchi Marsigliesi.

Sculture e istallazioni

Lavori scultorei del 2023.

Lavori scultorei e istallazioni esposte alla mostra personale Parabellum, Ottobre 2021.

Lavori scultorei e istallazioni esposti durante la mostra personale Antropologika, Ottobre 2020.

Lavori scultorei dal 2013 al 2019.

ANTROPOLOGIKA

ANTROPOLOGIKA – Montaggio finale

Nel quadro della quinta edizione della Rome Art Week, lartista Marco Galletti (in arte Kaey) ci invita ad una mostra che proietta il visitatore in un luogo non precisato, nellesasperata visione del presente.

Le 11 sculture installate diventano tappe allegoriche di un viaggio che rivaluta icone pop e immagini dellattualità, nel tentativo di stimolare la riflessione su determinate condizioni sociali, politicoeconomiche e morali, e di scatenare una polemica costruttiva sui rinvenuti resti della nostra contemporaneità.

La mostra sarà aperta al pubblico dalle ore 18:30 alle 22:00, dal 27 al 31 ottobre 2020.

Per favorire il pieno rispetto delle normative anti-contagio attualmente in vigore, gli accessi saranno contingentati e guidati dal personale che accompagnerà i visitatori negli spazi del C.S. Brancaleone. […]

Il percorso comincia dal Simbionte, scultura interrata nel giardino del Brancaleone, che riflette sulla possibilità di una coesione positiva di elementi naturali ed artificiali ai fini della Creazione, volontà che mette in moto lessere umano in ogni sua azione ed attività. A questa si contrappone lo Zeitgeist, spirito del tempo ed essenza prima della vacuità della vita, che si galvanizza nellanatemaDieZeitfrisstalles” : il tempo divora tutto.

Il passo successivo ci conduce al Carillon (Warinabox) la cui musica attrae il visitatore come il canto di una sirena, accogliendolo con la sua dolce melodia in un misterioso ambiente animato dalle terribili ombre di conflitti e guerre. A questo punto interviene Before/Afterdarevolution, la maschera dellumanità che ricorre ad icone pop per incarnare ideologie sociali e politiche.

Il rischio di fronte al quale ci pone lartista è quello di confondere un leader con un personaggio che persegue nullaltro se non la realizzazione di un personale progetto di rivoluzione sociale.

ComfortZone ci riporta allattualità e rappresenta un viso che esplode e si espande verso lesterno, sul quale sono proiettati dei volti. Il viso rappresenta il Virus e nasce da un appello lanciato da Kaey durante la quarantena indetta dal governo italiano: lartista ha chiesto a chiunque volesse partecipare di ritrarsi nella propria casa, nella maniera che preferisse, per poi proiettare le immagini raccolte sulla scultura/virus.

Tra le proiezioni ci sono espressioni sorridenti, sofferenti, frammentate, impaurite.

Lobiettivo è quello di far riflettere sullimprovvisa presa di coscienza di non essere mai al sicuro, poiché ora più che mai siamo tutti uguali, siamo tutti rinchiusi, siamo tutti sani, siamo tutti infetti. Non esiste un nemico reale. Il virus prende tutti, non fa distinzioni.

Allo stesso modo, il Parassita si fa metafora della tecnologia che invade la nostra vita appropriandosi di ogni parte del nostro essere e si nutre delle nostre energie (e dei nostri dati) crescendo e acquisendo sempre più potere, tanto da sopraffare l’organismo ospitante.

Proseguendo incontriamo i Nuclei, il cui ritrovamento rappresenta la rinascita ed introduce la svolta propositiva del nostro viaggio: Pneuma, un’esperienza sensoriale che riprende in un ossimorico parallelismo lo Zeitgeist ed invita lo spettatore a riappropriarsi del suo tempo, a riscoprire il piacere dei dettagli, della riflessione e dell’introspettiva.

Quest’ultima parte del percorso si può riassumere nel tentativo da parte dell’uomo di dare una nuova forma alla Natura e ai suoi elementi, confacente ai suoi bisogni e assoggettata alle sue necessità. Modern Prometheus vol. II ci presenta una figura di fattezze umane, nella cui schiena l’artista ha conficcato 23 coltelli. La creatura, concettualmente simile al Frankenstein di M. Shelley, diventa vittima del fallimento dell’umano-creatore, il quale tradisce il frutto del suo stesso intelletto e cerca di distruggerlo nel tentativo di nascondere il proprio errore alla vista del mondo.

Persefone si presenta come una doppia installazione dove la visione della video-performance realizzata nel 2017 da Kaey, in cui si narra del ratto di Persefone, è affiancata all’esposizione delle maschere utilizzate dai performers, rielaborate al fine di enfatizzare all’estremo l’allegoria di ciascun personaggio, mostrando la maniera in cui lo stesso elemento può essere riletto e rivalutato dal suo stesso creatore in cui diverso momento della sua vita, anche alla luce di un contesto ed un’attualità differente.

Il nostro viaggio termina con Agata: un’entità che racchiude in sé tutto ciò che è espressione del buono e del giusto; un nuovo punto di riferimento per l’uomo e per l’artista che, al termine di questo percorso di distruzione, smarrimento e ricostruzione, trova in Agata il proprio centro gravitazionale e la fonte alla quale rivolgere le sue attenzioni.

Questo il comunicato stampa redatto dalla dott.ssa Marcella Magaletti in occasione della mostra personale “Antropologika“, che ha avuto luogo dal 27 al 31 Ottobre 2020, presso gli spazi del centro sociale Brancaleone a Roma.

I QR-Code qui consentivano ai partecipanti di approfondire tramite le descrizioni delle opere, anche queste ad opera della dott.ssa Magaletti. Clicca per accedervi.

Il progetto artistico prevede la stretta collaborazione dell’artista K. con il regista Maurizio Rodio, lo scenografo Francesco Paolo Cipullo e la direttrice di produzione Myrlande Nardi, finalizzato al compimento di un esperimento sociale sul coinvolgimento del pubblico social mediante lo storytelling.

L’idea di K. prende forma nell’intensa storyline sviluppata dal gruppo di lavoro, che vedeva Rodio protagonista di una fittizia aggressione, dalla quale scaturiva una indagine dello stesso, nel tentativo di interpretare gli “indizi” e mettere a fuoco la vicenda che lo vedeva coinvolto. Il tutto, documentato da brevi filmati – o stories – e immagini postate sui social, è culminato in una diretta Facebook nella quale Maurizio esplorava gli spazi del Brancaleone assieme a due amici per poi ritrovarsi catapultato in un universo meta-terreno, in una storia senza tempo, raccontata dalle installazioni della serie Antropologika.

La diretta è stato un successo, grazie alla magistrale regia di Rodio e alla sua interpretazione più che convincente, assieme alla preziosa partecipazione di Gabriele Wegner, anch’esso protagonista della diretta e al di fuori, regalando ulteriore credibilità alla vicenda.

Il video prodotto il 26 Ottobre e trasmesso dal profilo social di Wegner ha raccolto circa 1500 impressions e followers, molti dei quali hanno poi visitato con interesse l’esposizione.

Di seguito, le immagini della mostra e del diario scritto da Basiago Moberli, personaggio di fantasia creato dal gruppo come motore della vicenda, nonché il link della diretta Facebook.

Foto di Roberto Marchesini.

Diario di Basiago Moberli, ad opera di K..

A.G.A.T.A.

DIMENSIONI

800x1300x250 mm

TECNICA

Tecnica mista, polimeri, alluminio e legno

ANNO

2020

DESCRIZIONE

Ne “Il mondo come volontà e rappresentazione”, A. Schopenhauer ricorre all’allegoria del “velo di Maya” per indicare l’illusorietà della realtà in cui viviamo. Secondo il filosofo, infatti, l’uomo vivrebbe accecato da un velo illusorio che lo separa dalla autentica percezione della realtà e lo costringe in un perpetuo ciclo di morte e rinascita, un’esperienza limitata che si conclude senza mai giungere alla verità.

L’unico mezzo capace di squarciare il velo di Maya e di far sparire ogni sorta di illusione dell’uomo, è un percorso che attraversa 3 tappe: l’arte, l’etica e l’ascesi.

Con Agata giungiamo infine al termine di questo percorso e ci ritroviamo dinanzi all’apoteosi del buono e del giusto. Racchiude in sé la verità ed è un nuovo punto di riferimento per l’uomo e per l’artista che, al termine del suo percorso di distruzione, smarrimento e ricostruzione, trova in Agata il proprio centro gravitazionale e la fonte alla quale rivolgere le sue attenzioni.

cit. Marcella Magaletti

 

Περσεφόνη

DIMENSIONI

Scultura: 400x400x600 mm, ciascuna

Pittura: 500×700 mm

TECNICA

Istallazione. Maschere in teche, tela dipinta e video proiezione

ANNO

2016/2020

DESCRIZIONE

Persefone si presenta come una doppia installazione dove la visione della video-performance realizzata nel 2017 da Kaey, in cui si narra del Ratto di Persefone, è affiancata all’esposizione delle maschere utilizzate dai performers, rielaborate al fine di enfatizzare all’estremo l’allegoria di ciascun personaggio, mostrando la maniera in cui lo stesso elemento può essere riletto e rivalutato dal suo stesso creatore in cui diverso momento della sua vita, anche alla luce di un contesto ed di un’attualità differente.

cit. Marcella Magaletti

 

Moderno Prometeo Vol.2

DIMENSIONI

2000x800x1500 mm

TECNICA

Plastica termo-fusa, componenti elettriche e ferro, trafitti da pugnali e lame.

ANNO

2020

DESCRIZIONE

Modern Prometheus vol. II ci presenta una figura di fattezze umane, nella cui schiena l’artista ha conficcato 23 coltelli. La creatura, concettualmente simile al Frankenstein di M. Shelley, diventa vittima del fallimento dell’umano-creatore, che tradisce il frutto del suo stesso intelletto e cerca di distruggerlo nel tentativo di nascondere il proprio errore alla vista del mondo.

Quest’opera del ciclo di Antropologika è la prima ad analizzare la storia del tentativo da parte dell’uomo di dare una nuova forma alla Natura e ai suoi elementi, che sia confacente ai suoi bisogni e assoggettata alle sue necessità.

cit. Marcella Magaletti